Come è noto i nastri adesivi e biadesivi vengono impiegati in molteplici settori in continua evoluzione: dall'industria dell'elettronica ed elettromeccanica, dalla coibentazione, isolamento termico, al classico settore dell'imballaggio.
I nastri adesivi sono costituiti da diversi materiali di supporto, quali carta, film, tessuto, schiuma, e laminato, e da un adesivo che può essere:
- solvente a base gomma naturale
- acrilico a base acqua o a base solvente
- siliconico
Possono essere applicati su quasi tutte le superfici, ma alcune di queste possono presentare caratteristiche antiadesive. Pertanto è opportuno eseguire sempre dei test di compatibilità.
È molto importante che l'applicazione venga eseguita ad una temperatura che si aggira tra i 18 e 25°C, in ambiente asciutto e comunque mai a temperature inferiori ai 10 °C.
Inoltre vanno osservati i seguenti accorgimenti:
- Non applicare mai il nastro adesivo su superfici contaminate da silicone, cera, paraffina
- La superficie deve essere asciutta e non polverosa
- Una superficie liscia rende sempre una migliore adesione. Nel caso di utilizzo su superfici ruvide od irregolari, è preferibile utilizzare nastri con maggiore spessore di adesivo
- la temperatura di stoccaggio consigliata è intorno ai 18 °C, con umidità relativa tra 50-55%
UNA CURIOSITÀ
L'inventore fu lo statunitense Richard Drew, ricercatore di una nota azienda del settore, che lo creò nel 1925 e lo mise in commercio nel 1930. In Europa giunse solo nel 1937.
Il nastro adesivo era fatto con colla da falegname e glicerina. Sembra però che l'azienda, per risparmiare, usasse poca colla e che perciò qualcuno la accusò di essere "scozzese" (in riferimento alla stereotipata tirchieria degli scozzesi), da qui l'origine "scotch".